Non dimentichiamo che la presenza militare in Sardegna è un’imposizione dello Stato italiano attuata in violazione del più importante diritto di un popolo, quello di autodecisione e di autodeterminazione, che viene perpetrata da decenni generando un enorme danno non solo in termini di inquinamento ma anche di mancato sviluppo economico e sociale: 35000 ettari di territorio sardo posto sotto servitù e demanio militare, devastato da pesanti esercitazioni militari, test, bombardamenti da parte degli eserciti appartenenti alla NATO. Oggi più di ieri, dinanzi alle continue provocazione della Nato finalizzate allo scoppio di un conflitto mondiale, rifiutando quel ruolo attribuito alla Sardegna come campo d’addestramento e di sperimentazione imperialista, come portaerei intercontinentale, come fabbrica di bombe, il maggiore contributo che possiamo dare alla pace nel mondo è un’opposizione permanente alla Nato ed a tutti gli eserciti che di esso fanno parte.Scenderemo in piazza fino a quando tutte le infrastrutture militari e le aree presenti nell’isola di Sardegna e nei suoi mari pertinenti non saranno completamente dismesse dalle autorità militari italiane, passeranno sotto il controllo diretto del popolo sardo, libero di decidere e autogovernarsi. Scenderemo in piazza per ribadire la nostra posizione riguardo l’occupazione militare della Sardegna: blocco delle esercitazioni, chiusura di basi e poligoni, riconversione e consegna dei territori al popolo sardo.