Dietro le scontate e formalissime attestazioni di solidarietà che in queste ore arrivano dalla politica spesso si nasconde solo tanto menefreghismo, incapacità, autoassoluzione.

E sì, è proprio questo il momento di dirlo!

Basta con la storia che “non è il momento delle polemiche”, perché quello è sempre stato il pretesto per non parlare delle responsabilità quando sono evidenti, sapendo che poi, all’italiana, a fine emergenza finisce tutto nel dimenticatoio.

E allora bisogna dirlo, sin d’ora, che la politica italiana e sarda, quella del parlamento e della Regione, quella di Draghi e di Solinas, hanno una grossa responsabilità in ciò che accade.

Nelle belle argomentazioni delle transizioni ecologiche e rivoluzioni verdi, nei ministeri della rivoluzione ambientali, mai una parola è stata spesa per decidere di spendere qualche spicciolo del Recovery per dotare la Sardegna di una flotta di Canadair. Una terra da sempre arsa e riarsa dal fuoco, che però ogni anno deve elemosinare gli aerei in prestito dall’Italia, dopo che le fiamme già corrono col vento. Chi oggi nel governo Draghi mette la maschera del costernato e del solidale non ha speso una sola parola per darci ciò che ci spetta e ciò che conta davvero. Le parole non spengono fuochi.

E chi oggi in Regione si spertica in attestazioni di solidarietà ha la coscienza più nera del carbone.

Noi di Liberu con la Campagna Firma su Fogu raccogliemmo migliaia di firme autenticate per chiedere un grande programma di sensibilizzazione nelle scuole, la dotazione di nuovi mezzi terrestri e aerei di proprietà della Regione (per scongiurare i fenomeni incendiari legati al business degli affitti dei velivoli) e chiedemmo che la stessa Regione facesse da apripista per una proposta al parlamento di inasprimento delle pene per gli incendiari.

Non ha fatto niente di tutto ciò la giunta Pigliaru, non ha fatto niente di tutto ciò la giunta Solinas.

Ma gli incendi non sono solo dolosi, ci sono anche quelli colposi, causati da disattenzione, superficialità, ignoranza. Eppure la conoscenza dei pericoli del fuoco e la sensibilizzazione ambientale per i ragazzi è lasciata alla buona volontà di insegnanti e genitori, senza alcun serio intervento istituzionale. Di fronte al ripetersi di migliaia di roghi, ogni anno, la Sardegna ha bisogno di difendersi, con personale giovane e ben addestrato, con mezzi di terra moderni ed efficaci, con flotte di aerei ed elicotteri di proprietà regionale, tenuti in pianta stabile qui e sempre pronti ad agire nel giro di pochi minuti.

Davanti alle nostre proposte, sostenute da migliaia di cittadini, la politica regionale si volta dall’altra parte.

L’assessore all’Ambiente Gianni Lampis ora grida all’emergenza, dimenticando che spetta proprio a lui predisporre mezzi e uomini al momento giusto, PRIMA dell’emergenza, per evitare che ci si arrivi al pericolo, non dopo, quando tutto è incenerito, distrutto, arso vivo.

Il responsabile della Protezione Civile Antonio Belloi – sulla cui regolarità della nomina si occupa ancora la magistratura – più che un responsabile delle proprie azioni pare essere un annunciatore di pericoli e, dopo, un contabile delle disgrazie avvenute. Di cosa si occupi nel mezzo, visti i risultati, ancora non si capisce. Così nella pandemia, come nelle alluvioni e ora anche negli incendi.

Il presidente Solinas, diretto responsabile della nomina di Lampis e Belloi, per non smentire la sua siderale distanza dai bisogni del popolo sardo, davanti alla distruzione di oltre ventimila ettari, delle aziende, del bestiame, del futuro di migliaia di famiglie, per prima cosa non si occupa di soccorrere chi ha URGENTE bisogno di aiuto, ma con gli ovili ancora fumanti per prima cosa chiede al governo fondi… per i rimboschimenti.

Se oggi è necessario parlare di questo, di chi ha dirette e imperdonabili responsabilità nell’incuria, nell’impreparazione, nell’incapacità di gestire (anche) questa terribile piaga, è solo perché l’operare di questa classe politica sta distruggendo la nostra Sardegna.

Ogni giorno in cui a questa giunta viene permesso di operare è un giorno perso per risollevarci.Ogni giorno in cui a questa giunta viene permesso di stare in poltrona è un giorno di pericolo, di abbandono, di incancrenimento dei tanti problemi che aspettano una soluzione.Ogni giorno di sopravvivenza di questa giunta è un giorno in meno di sopravvivenza per il popolo sardo.

Liberu – Lìberos Rispetados Uguales