Il tempo ci ha dato ragione. Due anni fa avevamo espresso il nostro NO alla proposta di taglio della rappresentanza parlamentare perché la ritenevamo demagogica e populista e perché eravamo convinti che non avrebbe abbattuto gli sprechi, ma solo la rappresentatività democratica dei cittadini.Ebbene pochi giorni fa sulle pagine del Corriere della Sera, attraverso una indagine giornalistica, si è dimostrato che in realtà al minor numero di parlamentari non è corrisposto un minore impegno finanziario.Difatti, nonostante il taglio di 230 seggi, la camera dei deputati percepisce la stessa dotazione economica di 943 milioni e di questa marea di soldi pubblici 30,8 milioni vengono impegnati di anno in anno come “contributi ai gruppi”.Prima del referendum questa somma era divisa per 630 deputati, oggi è divisa per 400. Ogni deputato, in relazione ai fondi destinati ai gruppi, quindi costerà ogni anno 77mila euro contro i 49 mila pre-referendum.Ancora una volta ci troviamo a ribadire che per noi un minor numero di parlamentari è solo un regalo alle oligarchie e ai gruppi di potere che cosi hanno ottenuto non solo un aumento dei propri “guadagni” ma anche un maggior spazio di azione dinanzi ad una rappresentanza ridotta.Quanto a noi Sardi abbiamo ottenuto solo una minore rappresentanza numerica a fronte di una uguale spesa pubblica da sostenere.