Il quattro settembre è una data importante per tutti i lavoratori sardi perché ricorda l’eccidio avvenuto a Buggerru.Mentre 2.000 minatori scioperavano per rivendicare il proprio diritto a migliori condizioni di lavoro (qualche giorno prima era stata diramata dai padroni francesi una circolare che riduceva di un’ora la pausa tra i due turni lavorativi, quello mattutino e quello pomeridiano), l’esercito giunto sul posto ed inviato dalla prefettura, durante le operazioni di casermaggio venne aggredito con lanci di pietre dalla folla, i militari reagirono sparando sui manifestanti uccidendone tre (uno di essi morì successivamente) e ferendone a decine.Oggi dopo tanta violenza e sfruttamento degli operai e del territorio, nel Sulcis Iglesiente non resta che fame e inquinamento.Questo è esattamente il concetto coloniale di sviluppo; sfruttare i lavoratori e le risorse, impoverire ed inquinare il territorio, minacciare e talvolta ammazzare chi alza la testa, riconsegnare al popolo un cimitero al posto delle terre una volta fertili.Un secolo dopo, nel nome dei nostri martiri uccisi dalle forze coloniali, sentiamo ancora forte il bisogno di ripensare ad uno sviluppo compatibile con i diritti e la salute dei lavoratori, con le risorse naturali e con l’ambiente.