Nel mondo in cui viviamo oggi l’1% della popolazione possiede più ricchezza del restante 99%. Un mondo fatto di sfruttamento, di mancanza di diritti nel lavoro, regredito in pochi decenni alle condizioni terribili di fine Ottocento. Oggi miliardi di esseri umani lavorano senza alcun diritto, solo per un tozzo di pane, nei campi e nelle fabbriche di tutto il pianeta, per arricchire un pugno di avidi sfruttatori.
Oggi, come nell’Ottocento, lavorano i bambini, la donna è pagata meno dell’uomo, diritti e garanzie del lavoratore regrediscono di giorno in giorno.
Alle proteste per le condizioni disumane si risponde con la repressione poliziesca e con la sostituzione dei contestatori con elementi più mansueti, reclutati nell’inesauribile esercito della disoccupazione.
Ma a differenza di un secolo fa oggi i lavoratori vivono nella disperazione e non nella speranza. Nei loro occhi c’è lo smarrimento di chi non sa più quale mondo vuole costruire, bombardato da potentissimi mezzi di comunicazione che li hanno convinti che tutto ciò che parla di socialismo è male, è fame, è mancanza di libertà. Hanno convinto miliardi di persone che il trionfo planetario del Capitalismo avrebbe rappresentato il regno del benessere e della libertà.
La propaganda capitalista ha presentato i difetti avvenuti nella costruzione del socialismo come se fossero una naturale normalità del socialismo, mentre ha nascosto le evidenze della natura crudele e disumana del capitalismo come se fossero rari incidenti di percorso.
Ma nel mondo capitalista in cui viviamo i diritti dei lavoratori vengono negati ogni giorno, i lavoratori ogni giorno muoiono e restano feriti sul posto di lavoro come se fossero in scenari di guerra. Nel capitalismo che prometteva pace e prosperità troviamo un mondo devastato dalle guerre e dalla miseria più nera, con milioni di persone che muoiono per fame e altri milioni che attraversano il deserto e il mare per tentare di sopravvivere.
Nel capitalismo che ci incantava con i suoi valori di libertà oggi tutto è controllato, spiato, schedato, trasformato in merce informativa per aziende e per apparati di polizia politica.
Questo per i lavoratori è il peggior mondo possibile.
Davanti alla strenua lotta del capitalismo internazionale per strappare ogni diritto ai lavoratori, oggi più che mai è necessario rilanciare la lotta, rivendicare per tutti il diritto ad un lavoro garantito, ad un mondo basato sulla giustizia sociale, sull’uguaglianza e sulla libertà.
Oggi come ieri: “Lavoratori di tutto il mondo: unitevi!”
Liberu – Lìberos Rispetados Uguales