Già dall’inizio della legislatura si era palesata la volontà di intervenire sul PPR, l’obiettivo di superare i vincoli sulla difesa delle coste contenute nel piano approvato nel 2006 è stato costante in questi anni.

Dapprima è stata approvata una legge per modificare il Piano casa, poi smontata per una buona parte dalla Corte Costituzionale Italiana (oltre a costare il posto all’assessore in carica) prevedendo incrementi volumetrici nelle strutture turistico ricettive anche in quelle che si trovavano entro la fascia dei trecento metri.

Manco a farlo apposta le giustificazioni sono sempre le stesse per “permettere una migliore integrazione nel paesaggio / consentire di migliorare il patrimonio edilizio esistente nel rispetto dell’ambiente e dei legittimi interessi dei cittadini” e nel caso degli alberghi dare migliori servizi e renderli più competitivi.

Questi concetti ci ricordano per esempio, quello di “preminente interesse generale e rilevanza regionale” utilizzato nel 2020 a giustificazione di una delibera a firma dell’assessorato agli enti locali poi prontamente ritirata, che avrebbe permesso di realizzare progetti immobiliari a Castiadas e Piscinas.

Come dimenticare che quasi in contemporanea alla discussione di quel Piano Casa che permetteva gli aumenti di volumetria, veniva estirpato quasi un ettaro di ginepreto davanti all’Hotel Capo Caccia da parte di una società veneta che aveva rilevato la struttura alberghiera ed aveva iniziato da alcuni mesi i lavori di “messa in sicurezza e bonifiche”? Tutto questo succedeva tra l’altro all’interno di un parco regionale che avrebbe dovuto fare da controllore.Come dimenticare poi il progetto di cementificazione, per ora sospeso, della costa dell’Argentiera?

Abbiamo insomma esperienza di come bei concetti e belle parole vengano tradotti nella realtà e di quello che accadrebbe di sicuro allargando le maglie di tutela del PPR.

Non ci fidiamo e continuiamo a dubitare che sia un modo per riprendere l’assalto alle coste sarde.

Noi di Liberu pensiamo che la Sardegna non abbia bisogno in generale di altre seconde case ed alberghi che si riempiono due mesi all’anno, l’unica cosa accettabile può essere la ristrutturazione di quelli già esistenti ma senza aumenti di volumetrie.

Ribadiamo quanto già più volte dichiarato e cioè che l’interesse generale dei Sardi sia quello di tutelare le coste, non consumare più territorio, preservare un patrimonio paesaggistico unico al mondo che è il nostro punto di forza e la principale attrattiva turistica.