Nonostante le proteste e le denunce portate avanti da parte di numerose aziende che operano nella zona industriale di Prato Sardo, la situazione delle emissioni maleodoranti da parte del centro di compostaggio del Consorzio Industriale non è cambiata di una virgola.
Chi opera nella zona industriale, e in special modo le aziende più vicine al centro di compostaggio, sta vivendo una situazione paradossale che rischia seriamente di minare la loro possibilità di continuare a lavorare se non a prezzo di grossi sacrifici. Il comune di Nuoro ha emesso una delibera, in data 24 agosto 2018, in cui sostanzialmente chiede che il Cip rispetti la determina Provinciale n° 891 del 30 luglio 2018, in cui si autorizzano delle varianti, quali la costruzione di una torre di lavaggio dell’aria da passare al sistema di biofiltrazione e di una copertura per il compost già stoccato per la commercializzazione, per mettere in sicurezza l’impianto ed evitare che continuino ad essere emessi scarichi in atmosfera senza trattamenti.

Quello che non è dato sapere è quando verrà dato il via ai lavori, che secondo la richiesta fatta dal Cip alla Regione dovrebbe essere finanziata con fondi pubblici, ma soprattutto perchè un azienda che si occupa di lavorazioni potenzialmente nocive non abbia avuto sin dall’inizio della sua attività queste infrastrutture già funzionanti.
Un’altra cosa che non ci è dato sapere è la sorte delle analisi, che furono eseguite dopo la denuncia di Liberu del giugno del 2017, eseguite sui versamenti dei liquami putrescenti che fuoriuscivano dal centro e che finivano nel terreno e in un fiume adiacente il centro di compostaggio. (http://www.unionesarda.it/…/sversamenti_di_liquami_putresce…)

Davanti ad una situazione diventata insostenibile chiediamo un intervento da parte degli assessorati regionali competenti in attesa che la giunta Soddu chiarisca alla popolazione chi in Comune dovrebbe occuparsi dell’argomento, visto che a tutt’ora non è stato nominato un assessore all’ambiente dopo la revoca dell’incarico all’ex assessore Sanna.

Gli operatori di Prato Sardo già prima del verificarsi di questa situazione vivevano dei disagi strutturali che hanno portato ad una semidesertificazione dell’area Industriale. Invece di dare gambe alle tante promesse fatte nelle precedenti campagne elettorali da chi voleva rappresentare un futuro di cambiamento, come al solito si assiste al triste balletto di delibere e determine che si rimpallano tra i vari enti e che nei fatti non risolvono il problema.
Il rilancio delle zone interne non può che passare anche dalla salvaguardia di ogni realtà produttiva, che ovviamente non comprometta la salute pubblica e l’ambiente, e crediamo che su questo fronte sia l’attuale giunta regionale che quella comunale abbiano solo speso parole e promesse.

Solo con una visione ed una pianificazione economica di lungo respiro e realmente radicale ed alternativa ai progetti coloniali sempre destinati ai fallimenti si può tentare di risollevare le sorti delle zone interne. É ormai palese che sia la giunta Pigliaru che quella guidata da Soddu, fin qui hanno dimostrato di non avere nè le capacità nè la volontà di poter agire nell’interesse del popolo Sardo.

Liberu, Setzione “Paschedda Zau” – Nùgoro