Puntuali come ogni anno sono arrivati i dati Istat a confermare, trasformandola in numeri, una realtà che se si volesse vedere è sotto gli occhi di tutti. La situazione demografica della Sardegna con relativo spopolamento, salvo qualche rara eccezione, è sempre più che preoccupante.Nel 2022 sono nati complessivamente 7.695 bambini, un dato allarmante se confrontato con una popolazione scesa oramai al di sotto di 1.600.000 abitanti. Questo significa che il rapporto tra nascite e popolazione è molto basso, meno di 5 bambini ogni mille persone. Le cause della scarsa natalità in Sardegna sono molteplici, profonde e conosciute da anni. La mancanza di prospettive, di servizi, l’incertezza e la mancanza di lavoro rappresentano un grave problema, che spinge molti giovani a emigrare e a costruirsi un futuro (e un’eventuale famiglia) fuori dall’isola. Ma ci sono anche altre cause che contribuiscono al declino demografico della Sardegna. Il tasso di mortalità è aumentato del 29,18% in dieci anni (dal 2012 al 2022), un dato allarmante che non può essere trascurato. La sanità sarda è allo sfascio e molte persone hanno difficoltà ad accedere alle cure mediche. Gli ospedali spesso hanno reparti chiusi e il sistema viario interno inadeguato rende ancora più difficile lo spostamento per curarsi. La mancanza di medici di base e di guardie mediche, la mancanza di un reale sistema di prevenzione, i prezzi esorbitanti dei trasporti per chi cerca una cura fuori dalla nostra terra, rappresentano ulteriori problemi e difficoltà. A questo dobbiamo aggiungere i dati più alti della media regionale, dei morti per tumori maligni e malattie dell’apparato respiratorio nei territori in cui sono presenti i siti industriali, dal nord al sud della Sardegna. Le conseguenze di tanti anni di inquinamento mietono ancora tante vittime.I dati Istat non sono solo informativi, ma dovrebbero essere base sulla quale prendere decisioni per una inversione di rotta. Purtroppo, la politica regionale sembra non essere in grado di gestire questa situazione e risulta totalmente inadeguata a far fronte a questa emergenza: stiamo assistendo quasi impotenti ad un disastro sociale e antropologico che sembra inarrestabile. Continuando così il popolo sardo è destinato all’estinzione.Liberu da anni mette l’accento su questi temi a cui una politica capace dovrebbe dare risposte. Solo scelte di rottura con quelle attuate negli ultimi decenni nella gestione della politica e dell’economia sarda, potranno dare una prospettiva ed invertire questa tendenza negativa che si consolida di anno in anno.Oggi è urgente più che mai un radicale rinnovamento della classe politica sarda e un serio sviluppo dei processi volti all’autodeterminazione del popolo sardo, se davvero si vuole garantire alle future generazioni un luogo dove si possa vivere con dignità. Non c’è altro modo per arrestare la lenta scomparsa a cui sta andando incontro l’antico popolo dei Sardi.