In più di un’occasione Liberu ha espresso la propria posizione sull’argomento.

Sul numero esorbitante di concessioni, sulla sempre maggiore estensione delle stesse, iniziata con la scusa delle distanze da tenere durante la pandemia, e mai rientrata. Un numero in crescita di anno in anno, che non fa che ridurre lo spazio pubblico e l’uso collettivo delle spiagge.

Sul giro d’affari che alcune di queste generano a beneficio dei titolari, spesso esterni alla Sardegna, a fronte di cifre irrisorie pagate al demanio, per l’utilizzo di quelli che sono indubitabilmente beni pubblici e comuni e sulla messa a bando delle stesse, come richiesto dalle direttive europee.

Ma soprattutto ci siamo espressi sul cambiamento culturale, rispetto alla modalità di vivere il mare che queste impongono ai cittadini sardi, padroni di casa e abituali frequentatori di spiagge libere, che si troveranno nella paradossale situazione di poter usufruire delle spiagge più belle soltanto prima o subito dopo i due mesi estivi di luglio e agosto a meno di poter pagare cifre esorbitanti negli stabilimenti.

Questi sacrifici e rinunce in cambio delle briciole dei guadagni milionari che finiscono nelle tasche di società e gruppi multinazionali, perché di questo si tratta nella maggior parte dei casi.

Noi chiediamo che le spiagge siano libere con i servizi necessari quali bagni, docce e bagnino, a prezzi accessibili a tutti, e chiediamo che gli spazi destinati a stabilimenti siano una parte minoritaria delle spiagge che devono continuare ad essere fruibili da tutti.

Di tutto questo vogliamo parlare pubblicamente domenica 25 giugno 2023 alle ore 18 a Portoferro, anche con gli interventi di Pablo Sole, giornalista di Indip.it e Tiziana Costa Langasco, urbanista.

#liberu Sezione “28 aprile” – #Sassari