Mercoledì 29 marzo, alle ore 10, saremo davanti al Tribunale di Nuoro per partecipare al sit in e ribadire la nostra solidarietà ai pastori che da quattro anni sono sotto processo per l’assurdo reato di blocco stradale. Nel 2019 partecipammo anche noi a quelle manifestazioni che attraversarono tutta la Sardegna, con decine di migliaia di persone che diedero vita ad una delle più grandi testimonianze di solidarietà popolare che il popolo sardo ricordi.A seguito di quelle manifestazioni scattarono diverse denunce per vari reati, tra cui quello per blocco stradale, reato reintrodotto su proposta dell’allora ministro Salvini e tutt’ora vigente, nonostante le profonde implicazioni anticostituzionali che esso contiene.Un reato che è chiaramente di carattere politico, non si può infatti definire in altro modo un reato istituito per colpire le proteste sociali e le lotte di difesa del lavoro col pretesto, sempre molto interpretabile, di blocco stradale. E da ciò ne deriva con tutta evidenza il carattere persecutorio e politico di un processo che, davanti a manifestazioni sulla 131, partecipate da migliaia di persone, con scolaresche, lavoratori, pendolari, esponenti politici, viaggiatori (tutti pienamente solidali con la protesta) individua una decina di pastori e li trasforma in capro espiatorio. Il classico gruppo ristretto da colpire duramente, per dare sfogo a una vendetta politica e una rappresaglia sociale che non possono essere dirette contro le migliaia di persone che in quei giorni si trovavano nello stesso posto, con le stesse modalità e per lo stesso motivo, come appunto nella manifestazione al bivio di Lula e quella al bivio di Siniscola per le quali mercoledì il Tribunale collegiale di Nuoro dovrà decidere se condannarli alla detenzione in carcere, addirittura il reato prevede una pena massima sino ai dodici anni. Liberu sostiene i pastori colpiti da questo incredibile attacco repressivo e manifesta piena solidarietà e vicinanza, assicurando la sua presenza durante tutto l’iter processuale e invitando tutto il popolo sardo a non voltare le spalle, per sostenere coraggiosamente il diritto di manifestare, di difendere il proprio lavoro, di lottare per avere una vita dignitosa.