A meno di un anno dalle elezioni comunali, la giunta Soddu decide di far partecipare la banda della Brigata Sassari alla sfilata del Redentore. Una scelta che a nostro avviso rivela un mero calcolo di opportunità politica e la subalternità agli alti comandi, da parte di una giunta che si era spacciata come quella del “cambiamento” ma che nei fatti si è dimostrata incapace di cambiare alcunché, se non in peggio.

Far sfilare una banda di un corpo militare insieme agli abiti tradizionali dei paesi dell’intera Sardegna rientra a pieno titolo in quell’operazione, in atto da anni un po’ dappertutto, di mercificare ad uso commerciale e imbastardire le tradizioni secolari di un intero popolo. Questa scelta è nei fatti l’apripista per decisioni che stanno sminuendo una delle feste più sentite dai cittadini nuoresi: se oggi si accetta di far sfilare un corpo militare che niente ha a che vedere con le nostre tradizioni, in futuro ogni amministrazione di turno si sentirà autorizzata, per imposizioni o per convenienze, a prendere decisioni fuorvianti.


Crediamo che qualsiasi operazione che voglia ridurre la nostra cultura a bene svendibile a fini turistici o spendibile per carriere politiche, chiunque la proponga, vada combattuta in maniera chiara e decisa

Non possiamo permettere che i modi e i tempi, così come anche gli eventuali cambiamenti che riguardano l’espressione della nostra cultura, vengano imposti dall’alto e non siano invece il frutto delle scelte condivise di un popolo.

Ci chiediamo, infine, se la scelta di mettere in vetrina la Brigata Sassari non serva per ridare una riverniciata nazionalpopolare ad un operazione fallimentare che avrebbe dovuto, a sentire i tromboni politici di ogni schieramento, “risollevare le sorti dell’economia nuorese”. Infatti, a più di un anno dalla consegna della caserma di Prato Sardo, è chiaro a tutti – come noi avevamo preventivato – che non è giunto alcun beneficio all’economia del territorio, a fronte della spesa di ben 12 milioni di euro, pagati dalle casse comunali e regionali, per regalare la caserma all’esercito.

Appare ancora una volta dimostrato che l’incapacità di una classe politica di rilanciare l’economia di un territorio non si può camuffare né con l’aumento delle servitù militari né – tantomeno – imbastardendo le nostre tradizioni con operazioni estemporanee di bassa propaganda militarista.

Liberu, Setzione Paschedda Zau, Nùgoro

Liberu – Lìberos Rispetados Uguales