Le terre civiche siano una grande risorsa per la comunità

Pensiamo che ogni comunità debba urgentemente studiare un piano di valorizzazione e gestione delle terre civiche, legando il loro utilizzo all’autosufficienza e allo sviluppo del territorio, poichè oggi i vincoli ambientali non sono necessariamente un limite, ma anzi possono essere un punto di forza, per un nuovo modello di sviluppo che utilizzi l’ambiente come valore.
Crediamo che a Nuoro questo possa avvenire, affidando all’Università di Scienze e Sistemi Forestali e Ambientali la gestione sia delle terre civiche che della struttura pubblica presente a Prato Sardo. Una struttura fornita di alloggi, aule didattiche, sala convegni, laboratori, centro polifunzionale, cucina e mensa, impianti sportivi, deposito di carburanti, magazzini e parcheggi, che si presterebbe benissimo a tale uso. In questa struttura l’amministrazione preferirebbe, invece, alloggiare l’esercito.

Proponiamo un modello di rilancio del territorio in sintonia con il mondo agropastorale, con cooperative e associazioni locali a cui mettere a disposizione terre, studio e ricerca, per far progredire la tecnica e l’amministrazione dei comparti legati al mondo della campagna, puntando sullo sviluppo e l’innovazione rurale, la valorizzazione del patrimonio genetico e del biologico, favorendo il sistema agroalimentare e forestale, condividendo gli strumenti utili per una migliore gestione delle risorse e del lavoro.

Pensiamo che sia positivo ma alquanto paradossale, il fatto che Nuoro stia diventando una meta importante di studi e convegni sul tema delle terre civiche, dopo che le varie amministrazioni succedutesi hanno consegnato all’Esercito italiano 4 ettari e mezzo di terre civiche su cui hanno costruito, con 12 milioni di fondi pubblici, 27 mila metri cubi di cemento per fare una caserma. Tale operazione è stata quindi condotta con la complicità degli stessi Enti che avrebbero dovuto tutelare le terre civiche.

Tutt’ora i restanti circa 500 ettari di terre civiche continuano a essere circondati da filo spinato militare e di fatto inaccessibili (senza tra l’altro nessun indennizzo).
Oggi più che mai, dopo che il progetto di Campus universitario in viale Sardegna è stato ritirato, dopo che il finanziamento per il Campus universitario nel vecchio Mulino Gallisai è stato revocato, si rivela ancora più attuale e valida la proposta di adibire a Campus universitario proprio quella struttura situata sulle terre civiche di Prato Sardo e già utilizzabile per tali scopi.
Chiediamo la valorizzazione e la immediata restituzione delle terre civiche al legittimo proprietario: la comunità nuorese.
Nanni Sale

Segretario Setzione Paschedda Zau – Nùgoro
Libe.r.u. – Liberos Rispetados Uguales