Dopo essere stato promotore nel marzo scorso della campagna di boicottaggio contro il Network Amici della Famiglia, Liberu si è adoperato non solo per chiamare tutte le associazioni e forze politiche a un’assunzione di responsabilità, ma anche per portare opposizione dentro i comuni che avevano già aderito a questa rete.

Uno di questi comuni è Nuoro, e dopo aver argomentato sui social e sulla stampa le nostre motivazioni, siamo passati a chiedere direttamente dai banchi dell’opposizione in Consiglio il perché questa amministrazione – che pure in precedenza aveva mostrato sensibilità per i diritti civili – avesse deciso di aderire a una rete in cui erano presenti associazioni che hanno una visione diametralmente opposta in tema di famiglia, maternità, relazioni, sessualità, genitorialità.

Perciò il nostro referente in Consiglio, Francesco Guccini, in data 8 aprile 2021 presentò un’interrogazione al sindaco Soddu e all’assessora alle Politiche Sociali Moroni, con richiesta di risposta scritta.

Il regolamento del Comune di Nuoro, all’art. 56 comma 4, impegna la giunta a dare risposta scritta all’interrogante entro 10 giorni dalla presentazione dell’interrogazione, ma da allora di giorni ne sono passati ben 37, senza che sia stata fornita alcuna risposta.

Cosa c’è dietro questa lunga esitazione?Ci sono divergenze in seno alla giunta? C’è una riflessione collettiva su un sistema valoriale andato in crisi? O forse dobbiamo interpretare questo silenzio come una (comprensibile) difficoltà a trovare delle buone ragioni per sostenere una scelta così discutibile e contraddittoria, anche davanti all’imbarazzo del proprio elettorato?

Effettivamente è difficile far coincidere le proprie precedenti prese di posizione con la collaborazione con gruppi che quelle idee le combattono senza esclusione di colpi.

Magari, se a seguito di questo nostro disappunto la risposta arrivasse entro lunedì 17, giungerebbe con perfetto tempismo proprio nella Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Giornata che, visto l’argomento, sarebbe bene onorare con i fatti, anzichè spalancare le porte del comune alle associazioni che di omofobia, bifobia e transfobia fanno una condotta costante.

Ci auguriamo che dopo questo enorme ritardo, che sfora oramai quasi del quadruplo il tempo massimo regolamentare, questa giunta voglia decidere di dare una risposta. Magari per rinunciare alla collaborazione col Network Amici della Famiglia e tornare al più presto nel solco della collaborazione con associazioni pienamente rispettose dei diritti civili.

Liberu – Lìberos Rispetados Uguales