Il 18 marzo è stato annunciato da parte del Sindaco di Cabras, Cristiano Carrus, il raggiungimento di un accordo da parte del Comune con l’Arcidiocesi di Oristano per quanto riguarda la gestione dei terreni dell’area archeologica di Mont’e Prama.
Il contratto prevede che in cambio della concessione di utilizzo del suolo, di proprietà della Curia di Oristano, l’Arcivescovado incassi il 10% dei biglietti d’ingresso dei visitatori per i prossimi 10 anni. Dopodiché il terreno rientrerebbe in possesso della Curia.
Salta subito all’occhio la totale incongruenza con ciò che era stato pubblicato il 24/11/16 sul sito del Comune di Cabras, in cui l’Amministrazione Comunale invitava i proprietari dei terreni circostanti l’area archeologica a manifestare il proprio interesse (entro il 13/12/16) ad un progetto di permuta dei suddetti terreni, come confermato anche dalle dichiarazioni dell’Assessora alla Cultura Fenisia Erdas e dal Consigliere Delegato all’agricoltura Gianni Meli: “L’Amministrazione Comunale, attraverso questo avviso, ha l’obiettivo di rendere ancora più efficace la salvaguardia del sito archeologico di Mont’e Prama proponendo uno scambio volontario dei terreni agli agricoltori proprietari dei terreni sui quali è stato apposto il vincolo”.


Inoltre non si capisce a quale titolo la Curia di Oristano pretenda parte degli introiti ricavati da un bene che appartiene alla collettività e che sarebbero necessari per coprire le spese di gestione del sito archeologico, nel momento in cui la procedura ordinaria in questi casi prevede l’espropriazione per pubblica utilità da parte dello Stato, attraverso la Soprintendenza archeologica, dell’area in cui sorge il sito di interesse, con un corrispondente indennizzo o la permuta del terreno.
Il sito di Mont’e Prama è un sito di interesse e di rilevanza internazionale, una risorsa da valorizzare, un’opportunità di sviluppo per un territorio ricco dal punto di vista culturale e ambientale, che potrebbe fare della cultura la principale fonte di sostentamento.
Libe.r.u. chiede che venga immediatamente fermato questo accordo tra Comune e Arcidiocesi e che si proceda come previsto dalla legge alla cessione definitiva del bene, affinché possano proseguire le ricerche scientifiche e il sito possa essere reso fruibile al pubblico.

Libe.r.u. Aristanis