In politica sono i dati che contano e non le sparate propagandistiche del cercatore di voti di turno o le promesse da campagna elettorale. E i dati ci dicono che la città di Nuoro in un solo anno ha perso 321 abitanti. Se sommato alla perenne crisi del commercio, basti pensare alla desertificazione della zona industriale e delle zone centrali dove non passa giorno che non si assista ad una serrata, abbiamo un quadro completo della situazione. Eppure in questi ultimi anni maggioranze e opposizioni hanno santificato, sperticandosi in lodi militaristiche da far impallidire il ventennio fascista, lo spreco di denaro pubblico che ha portato alla costruzione della caserma della Brigata Sassari di Prato Sardo. La classe politica nuorese, poco importa se di centrosinistra o di centrodestra, ha per anni ripetuto che spendere 11 milioni di euro dei cittadini e regalare centinaia di ettari di terre civiche sarebbe stato un ottimo investimento, il non plus ultra del tanto citato “volano dell’economia”. Qualsiasi osservatore imparziale potrebbe far notare che, dati alla mano, ogni paese che ospita basi militari in Sardegna ha un tasso di emigrazione altissimo. Le cose sono due: o i rappresentanti dei partiti italiani non sanno leggere questi dati (o non li conoscono), o pensano che basti fare sparate elettorali in cui si spaccia per “volano” un diseconomia senza dati a sostegno della tesi. In ogni caso il loro apporto alla crescita delle zone interne e della intera Isola è veramente impalpabile se l’unica cosa che riescono ad incentivare è lo spopolamento, visto che alla richiesta di investimenti e infrastrutture per creare lavoro sanno pensare solo alla militarizzazione dei territori.

La fotografia della città che ci offre l’indagine effetuata dal  portale Tableau Public è impietosa, visto che il tasso di spopolamento è uno degli indici chiave per stabilire lo stato di salute di un territorio e Nuoro si piazza seconda in Sardegna. E se in un anno più di trecento persone lasciano la città per cercare fortuna in altri lidi forse è il caso di porsi qualche domanda sul futuro che vogliamo. Certo è che nè questa impalpabile giunta nè la sua gattopardesca opposizione si sono stracciati le vesti davanti a queste drammatiche cifre e questo non fa che confermare ancora una volta che per i più amministrare piccoli e medi comuni è visto solo ed esclusivamente come un trampolino di lancio verso incarichi ben più remunerativi in Regione o nel parlamento italiano od europeo. Abbiamo bisogno di una classe politica che sappia programmare e valorizzare le enormi potenzialità che la città ha da offrire, che sappia dare risposte serie e concrete ai nostri giovani che davanti all’incertezza non hanno altra scelta che fare le valigie per cercare fortuna altrove. Sicuramente non abbiamo bisogno di chi continua a proporci modelli di diseconomia, quale quella militare, che in questi decenni non hanno portato che malattie e desertificazione dei territori.

Nuoro ha bisogno di risposte concrete e programmazione, e sta a noi cittadini trovare le persone che possano incarnare questa visione e che sappiano veicolare le potenziali energie che finora sono rimaste tali solo in potenza. Togliamo il governo del territorio dalle mani di chi lo usa solo per i propri fini e riappropriamocene per creare un fututo diverso per la nostra città.