La proposta del Governo Regionale di adibire le edicole ad infopoint dimostra l’incapacità della stessa nel comprendere l’importanza che potrebbero rivestire questi presìdi per il territorio e del servizio che si intende offrire.

Non si può pensare di poter sopperire alla grave carenza strutturale del settore del turismo culturale, come quella che riguarda l’organizzazione dei punti info, scaricandola sulle edicole. La guida turistica è una figura professionale per la quale esistono dei Corsi di Laurea e per la quale la Regione Sardegna ha organizzato dei Corsi di formazione professionale. Richiede un’approfondita conoscenza della storia, della cultura e dei monumenti di tutto il territorio, dei siti di interesse ambientale e paesaggistico, nonché la padronanza delle lingue straniere. La preparazione delle guide non è certo un aspetto che può essere facoltativo, in quanto la guida deve essere in grado di illustrare tutto il patrimonio culturale presente nel territorio e orientare i visitatori e deve potergli dedicare lo spazio necessario, non è un servizio che può essere relegato ai ritagli di tempo tra un giornale e una schedina. Nessuno, ad ogni modo, vieterebbe alla Regione Sardegna di fornire gratuitamente cartine e dépliant dei punti di interesse anche alle edicole.

È evidente che la Giunta Regionale non abbia una visione organica di come sviluppare questo settore, questa proposta raffazzonata dimostra l’improvvisazione con cui intenda gestire il nostro patrimonio culturale, affidandolo al caso, che è il contrario della programmazione pianificata.

La maggior parte dei comuni sardi sono sprovvisti di punti di informazione turistica, puntare sull’orientamento turistico migliorerebbe la capacità di visitare musei e siti archeologici del territorio, offrendo una qualità della visita molto più alta.

Per la ricchezza storica, artistica, culturale e ambientale che ci offre la Sardegna, questa potrebbe diventare un’importante realtà economica che consentirebbe a parecchie centinaia di giovani formati e specializzati di poter lavorare stabilmente.

Come si sostiene un progetto del genere? Con fondi pubblici in accordo con i Comuni, facendo rete e vendendo dei pacchetti che comprendano le visite ai siti e ai monumenti. Diversi Comuni in Sardegna hanno provveduto, autonomamente, all’organizzazione di infopoint riscontrando importanti ricadute economiche.

Noi crediamo che di cultura si possa vivere e che la valorizzazione del nostro patrimonio culturale possa dare tanti nuovi posti di lavoro offrendo un servizio di qualità.

Liberu – Lìberos Rispetados Uguales