La guerra tra Russia e Ucraina non è una guerra che nasce dal nulla, viene da molto lontano, molto più lontano anche dell’inizio delle atrocità compiute in questi anni dai nazisti ucraini nei confronti delle popolazioni del Donbass. É stata preparata da anni, con mosse ben ragionate da giocatori che non hanno nessun rispetto della vita umana nè del pianeta in cui essi abitano. Questa guerra è ancora una volta la dimostrazione che il sistema capitalistico non ha altra maniera di sopravvivere che con la guerra imperialista, e Usa e Europa ce lo hanno dimostrato in questi anni non avendo nessuna remora a radere al suolo intere nazioni attraverso il loro braccio armato, quella Nato che nei fatti è la più grande organizzazione terroristica a livello mondiale.

Abbiamo sempre, come indipendentisti e socialisti, condannato tutte le azioni di guerra e tutte le invasioni portate avanti in ogni parte del globo da parte dell’imperialismo a guida Usa e dei suoi lacchè europei. Lo abbiamo sempre fatto perchè davanti all’uso della forza indiscriminata a pagarne le conseguenze sono sempre le popolazioni civili, e non possiamo sottrarci dal farlo neanche nel momento in cui un Paese sovrano, seppur controllato da quello che nei fatti è un governo politico-militare agli ordini della Nato, viene invaso da un altro paese imperialista. Per questo non possiamo che condannare l’invasione dell’esercito russo, avvenuta in spregio alle leggi internazionali, e poco importa che il blocco occidentale lo faccia abitudinariamente. Condanniamo gli uni e gli altri.

Ma questo non ci porterà comunque ad uniformarci all’ipocrita richiamo di un Occidente che ha le mani grondanti di sangue e che vorrebbe trascinarci nel baratro di una guerra mondiale che rischia seriamente di cancellare la vita dal pianeta terra. Questo non ci impedirà di continuare a pensare che l’escalation è stata messa in moto da Washington nel momento in cui si è autoinvestita del ruolo di gendarme del mondo. È evidente che questo sia solo uno dei tanti, e potrebbe anche essere l’ultimo, disperati tentativi di un impero che è entrato in una crisi che pare inarrestabile davanti alla nascita di altri poli imperialisti capaci di tenergli testa, e che non ha esitato nemmeno questa volta nel distruggere la vita dei civili ucraini e delle popolazioni del Donbass, architettando il colpo di Stato del 2014 per poter sistemare una sua marionetta alla guida del paese.

Non ci stupisce affatto che gli Stati europei siano ancora una volta proni davanti ai diktat a stelle e strisce nell’appoggiare questa strategia di accerchiamento nei confronti della Russia, ma ci stupisce piuttosto la facilità e la tempistica con cui è stata messa in moto la macchina della propaganda che nel giro di un paio di settimane ha raggiunto livelli tali da poterla paragonare al terrore maccartista degli anni 40/50 dello scorso secolo: basti pensare, oltre alle pericolose derive russofobe viste in queste ultime settimane, al parlamento italiano, dove solo uno sparuto pugno di parlamentari ha timidamente ricordato la violazione della Carta Costituzionale “più bella del mondo” nel momento in cui si spediscono armi ad un paese belligerante. Anche se sembra che alcune voci critiche riescano ancora a fare analisi capaci di squarciare lo squallido sciovinismo portato avanti dai maggiori organi di informazione, la sensazione è che siano posizioni isolate e tali resteranno (e forse solo per questo vengono ancora tollerate).

Forse si è ancora in tempo per fermare la guerra in Ucraina e l’entrata in guerra delle maggiori potenze occidentali, ma bisognerà spingere per un cessate il fuoco immediato per accelerare con forza quelle trattative che finora sono andate a rilento. Crediamo che l’unica via di uscita debba per forza passare dal ritiro delle truppe Russe, dal riconoscimento delle Repubbliche Popolari del Donbass e del risultato del referendum popolare in Crimea, e da una smilitarizzazione e piena neutralità dell’Ucraina.

Ma deve essere chiaro che se non si va a porre al primo punto dell’agenda politica occidentale lo scioglimento della Nato, l’incubo nucleare è solamente rimandato.

Crediamo che soprattutto in una terra come la nostra, che ha conosciuto bene a proprie spese cosa significhi essere il campo di addestramento della Nato, il maggiore contributo alla pace nel mondo possa venire dalla costruzione di una opposizione permanente alla Nato e alle sue continue provocazioni.

Rivendichiamo un futuro di pace per tutto il mondo e perciò rifiutiamo il ruolo della Sardegna come campo d’addestramento e di sperimentazione imperialista, come portaerei intercontinentale e fabbrica di bombe.

Fuori la Nato dalla Sardegna.Fuori la guerra dalla storia.

Liberu – Lìberos Rispetados Uguales